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Updated: 18.12.2012 15:51 |
INNSE: Arbeiter von der Polizei brutal niedergeknüppelt Heute Nacht (Dienstag, 10. Februar 2009) um drei Uhr morgens ist Genta in Begleitung von zweihundert Polizisten und Carabinieri zurückgekommen, um die Werkstore zu stürmen. Diese werden von den ArbeiterInnen bei INNSE seit neun Monaten besetzt gehalten, damit der Firmenbesitzer die Maschinen nicht wegschaffen kann. “Wir waren sehr viele dank der Solidarität aller”, schreibt ein Arbeiter im Blog der INNSE, “aber sie waren noch viel mehr. Genta ist wie ein Dieb durch den Hintereingang in den Betrieb gelangt, hinterlistig und mit Hilfe der Gewalt, mit der die Ordnungskräfte uns begegnet sind. Er selbst hat mit einem Bagger das Tor eingedrückt und alles beseitigt, was wir davor aufgerichtet hatten, um ihm den Eintritt zu verunmöglichen.“ Dort fand dann auch der erste Zusammenstoss mit den Ordnungskräften statt, die auf die Arbeiter einprügelten: „Wer hingefallen war, wurde erbarmungslos niedergeknüppelt, sogar zwei Rentner, die ihre Solidarität gezeigt hatten.“ Auf die Forderung der Arbeiter, einen Delegierten des Betriebsrates und einen Delegierten der Gewerkschaft in den Betrieb zu lassen, damit diese kontrollieren können, dass Genta keine Maschinen demontiere, antwortet die Polizei mit einem schroffen Nein. In der Folge erleiden die Arbeiter einen weiteren Angriff, der noch heftiger ist als der vorangegangene und bei dem sie eingekreist und ins Gesicht geschlagen werden. Drei Arbeiter werden mit gebrochener Nase und Kopfverletzungen in die Notfallklinik gebracht. Laut der Zeitung “Il Messaggero” sind auch sechs Carabinieri und ein Polizeichef von Steinwürfen und Schraubenschlüsseln, mit denen die Arbeiter versucht haben sich zu verteidigen, getroffen und verletzt worden. Nach einigen Verhandlungen gelangen um 7.30 Uhr zwei Gewerkschaftsvertreter in den Betrieb, um die Lage zu überprüfen. Um 11.45 ziehen sich Polizei und Carabinieri zurück, angesichts des Widerstands der Arbeiter ist Gentas Plan ein weiteres Mal gescheitert. «Die Ordnungskräfte, die Arbeiter verprügeln, um dem Firmenbesitzer zu erlauben, die Maschinen wegzuschaffen und so 49 Familien ohne Arbeit zu lassen: das ist es, was ich heute im Morgengrauen vor der INNSE gesehen habe», erklärte der Europa-Abgeordnete von Rifondazione, Vittorio Agnoletto, der bei der Besetzung dabei war. «Ich wollte meinen Augen nicht trauen, diese Szenen, dachte ich, würden einer inzwischen fernen Vergangenheit oder Dokumentarfilmen angehören, es ist eine Schande für einen Staat, der auf der Arbeit aufgebaut ist, wie unsere Verfassung vorspielt». Der Regionalabgeordnete des Prc (Partito della Rifondazione Comunista), Luciano Muhlbauer spricht von «einem völlig wahllosen Angriff der Carabinieri, während dessen die Arbeiter auf den Kopf geschlagen und niedergeknüppelt wurden, zusammen mit einem Gewerkschafter der Fiom und meiner Wenigkeit, obwohl meine Eigenschaft als regionaler Abgeordneter von den vor Ort Verantwortlichen erkannt worden war.» Deutlich auch die Stellungnahme von Fiom-Cgil: «Was bei INNSE vorgefallen ist, ist äusserst schwerwiegend. Es ist das Zeichen des Willens, die Arbeiter mit Gewalt zum Schweigen zu bringen. Es ist das Zeichen des Willens, jene in die Knie zu zwingen, die sich in diesem Land der Logik der Betriebsschliessungen und Entlassungen entgegenstellen. Die Fiom von Mailand steht auf der Seite der Arbeitenden, der INNSE-Arbeiter, jener, die den eigenen Arbeitsplatz und die eigene Würde verteidigen». (Bericht zusammengestellt und übersetzt aus : www.operaicontro.it und www.myspace.com/presidioinnse ) Video der Barrikade, die INNSE-Arbeiter in der Nacht gebaut hatten: http://www.c6.tv/archivio?task=view&id=2942 INNSE: Operai picchiati e manganellati brutalmente dalla Polizia Questa notte (Martedi' 10 Febbraio) alle ore 3,00 il padrone Genta scortato da duecento tra poliziotti e carabinieri e' tornato all'assalto degli operai, che da nove mesi presidiano la fabbrica per impedire al padrone di portare via i macchinari. ”Eravamo in tanti grazie alla solidarietà di tutti”, scrive un operaio sul Blog della INNSE, “ma loro erano molto di più. Genta è entrato come un ladro, dal retro in maniera subdola e usando la violenza delle forze dell'ordine per contrastarci. Lui stesso con una ruspa ha sfondato i cancelli togliendo tutto quello che avevamo messo davanti per impedirgli l'entrata.” Qui c’è stato poi il primo scontro con le forze dell'ordine che hanno aggredito gli operai: “Chi è caduto è stato manganellato senza pietà, persino due pensionati che avevano portato la loro solidarietà.” Alla richiesta degli operai di far entrare un delegato della R.S.U e un delegato del sindacato per controllare che Genta non stesse smontando i macchinari, c'è stato un no secco della polizia. Successivamente gli operai hanno subito una nuova carica, ancora più selvaggia della precedente, nella quale sono stati accerchiati e colpiti ai volti. Tre operai poi sono stati portati al Pronto Soccorso col naso rotto e con lesioni alla testa. Secondo “Il Messaggero” anche sei carabinieri e un dirigente di polizia sono feriti dai lanci di pietre e chiavi inglesi con cui gli operai hanno cercato di difendersi. Dopo alcune trattative, alle 7.30, due rappresentanti sindacali sono riusciti a entrare nella fabbrica per verificare la situazione. Alle 11.45 poliziotti e carabinieri si ritirano, di fronte all'opposizione degli operai ancora una volta il piano di Genta è fallito. «Le forze dell’ordine che picchiano degli operai per permettere al proprietario dell’azienda di portar via dei macchinari lasciando così senza lavoro 49 famiglie: questo è quello che ho visto stamattina all’alba di fronte alla Innse», ha dichiarato l’eurodeputato di Rifondazione, Vittorio Agnoletto, che era presente al presidio degli operai. «Non volevo credere ai miei occhi, queste scene pensavo appartenessero ormai ad un lontano passato o ai documentari cinematografici, una vergogna per uno Stato fondato sul lavoro come recita la nostra Costituzione». Il consigliere regionale del Prc Luciano Muhlbauer parla di «una carica dei carabinieri assolutamente indiscriminata durante la quale sono stati presi a manganellate sulla testa gli operai, un sindacalista della Fiom e anche il sottoscritto, nonostante la sua qualifica di Consigliere regionale fosse conosciuta dai responsabili di piazza». Dura anche la presa di posizione della Fiom-Cgil: «Quello che è accaduto alla Innse è gravissimo. È il segno della volontà di mettere a tacere, con la violenza, i lavoratori. È il segno della volontà di piegare chi in questo paese si oppone alla logica della chiusura degli stabilimenti e dei licenziamenti. La Fiom di Milano sta con i lavoratori, con gli operai della Innse, con chi difende il proprio posto e la propria dignità». (Riportato da www.operaicontro.it e www.myspace.com/presidioinnse ) Video della barricata costruita dagli operai nella notte: http://www.c6.tv/archivio?task=view&id=2942 |