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"Vogliamo rimanere una maestranza unica !"

I dipendenti di Opel a Bochum hanno ottenuto lottando un'assemblea generale, che si è svolto oggi il 8 giugno tra le 3 e le 11 di pomeriggio / di notte.

Segue una relazione del LabourNet Germany.
(Comiuto giovedi 8 giugno 2000 quasi a mezzanotte.)

Il rituale era come di solito: Discorsi dei rappresentanti della maestranza, discorso della gestione aziendale e gli interventi di dipendenti. Ma la situazione sembrava inslotio per la direzione della ffabbrica, almeno erano molto inquietati ed impegnati gli addetti stampa ed il servizio di vigilanza aziendale d'evitare che nessun giornalista sia in grado di ascoltare la discussione all'assemblea dei 9600 lavoratori ed impiegati. I miei colleghi della stampa locale e me stesso furono mandati via sempre di nuovo dall'areale. Quindi questa relazione si basa su un misto di quello che ho sentito stessamente e quello che mi hanno raccontato compagni, che facevano parte dell'assemblea breve tempo dopo la sua fine.

Da relazione introduttiva del presidente della RSU Jaszczyk (un esponete della IG Metall) era segnato d'una mescolanza abile di frasi combattivi ("Non accettiamo volentieri la sfida, ma se comincerémo la lotta poi..."), minacce contro i vertici di GM ed "i signori" a Detroit, che dovrebbero notare, che non si può governare Opel come una "repubblica delle banane" dagli Stati Uniti di America ("... oppure, oppure, oppure...!") ed appelli morali: "Quanti sacrifici ha fatto la maestranza negli ultimi anni solamente a causa della seconda intesa per il mantenimento del luogo di produzione..." (C'erano alcuni fischi in questo momente da parte di quei colleghi, che si ricordavano come féce pubblicità allora alla vigilia di suddetto accordo.) E naturalemnte non mancava il rinvio sull'aiuto della città o la necessità di diritti per una cogestione allargata attraverso un rinnovo del Betriebsverfassungsgesetz (= la Legge costituzionale sull'azienda = lo Statuto die lavoratori per i diritti, la co-responsabilità e la pace sociale nelle aziende). Raccoglieva in parte applauso il sindacalista principale e maestro della concertazione nella fabbrica per quelle frasi ed in parte uno scetticismo distanziato da una maestranza in cui si sta estendo la diffidenza nei confronti con la RSU ed il sindacato. Tuttavia è possibile di guadagnare terreno e ristabilire l'ordine (borghese nella fabbrica) con parole combattive, che riprendono lo stato d'animo. Per lo meno accennava alla gestione aziendale che non saranno solamente presente fermi il Comitato aziendale di Opel Germania, il Comitato aziendale europeo ed i rappresentanti dei lavoratori FIAT, ma anche i "80 000 addetti" (di GM in Europa).

Il membro della gestione aziendale Küpper ha posto l'accento nella sua relazione sui vantaggi e sulle sinergie dell'alleanza con la FIAT. Era interessante, che lui vedeva questi effetti di sinergia sia per Europa e Sudamerica sia per Nord-America. Sembra di essere fissato che diventano creato joint ventures per i reparti aquisizione e motori. Dovranno nascere dalle due imprese Opel (Opel Austria, Saab, e Vauxhall inclusi) e FIAT (con Alfa Romeo e Lancia) società holding scorporate per tutt'Europa con società nazionali a responsabilità limitata. Come colpiti di queste sinergie parlava il rappresentante del padrone d'una data di 30 000 dipendenti in tutt'Europa. Si spera che è possibile un aumento della quota europea di 20 per cento. La fondazione delle società holding si svolgerà ancora nel corso del giugno, la conversione in società a responsabilità limitata fino alla fine dell'anno. Ma secondo Küpper si voglia rimanere parte della Confindustria anche con quelle società (cioè conservare l'effetto vincolante del contratto nazioale), però metterebbe a disposizione in questo caso l'accordo 2 sul mantenimento del luogo di produzione. Quando ha concluso il signore Küpper con la promessa d'informare regolarmente, ampiamente ed in tempo nel futuro si scoppiava una grande risata. Una reazione dei lavoratori molto comprenssibile anche, perché hanno venuto a sapere appena il fatto che esistono già tre società a responsabilità limitata a Rüsselsheim e Kaiserslautern.

E si ricordava alla vicenda davanti alla vendita di Rover per mezzo di BMW quando è data l'informazione che era chiaro la fusione GM-FIAT per prima volta in novembre 1999, ma non c'era sedicentemente un'informazione per il consiglio d'amministrazione (e quindi per i lavoratori attraverso i loro rappresentanti in quel consiglio).

Il vicepresidente del Comitato aziendale nazionale (= la giunta delle RSU di Opel sul livello nazionale) Klaus Franz (naturalmente anche lui dell'IG Metall) ha giustificato come un braco addetto di GM indirettamente la decisione "di rimanere il numero uno nel mondo". Ha indicato che ci sarebbero una percentuale di 46 per cento capacità eccessiva alla FIAT in Europa (vedi l'appello di solidarietà dei colleghi polacchi della FIAT qui accanto su: www.labournet.de) e ha affermato di citare un manager di Opel con la battuta: "Si hanno messo insieme due malati di piede." Ma menzionava anche la paura dei colleghi della FIAT di perdere il posto di lavoro (vedi le traduzioni degli articoli su il manifesto, Liberazione e la Repubblica del marzo scorso qui accanto - altrettanto su: www.labournet.de) e prometterà - grazie al Comitato aziendale europeo! - che non ci sarà una divisione !?

Ma a dir il vero si spendiva molto più tempo di dimostrare e ragionare le possibilità per un'azione legale (vuol dire la delegazione della battaglia agli avvocati del sindacato) nel caso d'una scelta di scorporo che dibattire e decidere su agitazioni o manifestazioni politici. C'era poca attenzione nel suo discorso per la richiesta del Comitato aziendale nazionale, che chiede: "Nessun licenziamento determinato dalla politica / strategia della gestione aziendale !" ("Keine betriebsbedingten Kündigungen!")

Capita bene invece il dirigente die delegati di Opel Rüsselsheim, che ha dato la promessa di non lasciare soli i colleghi da Bochum che andranno a "partecipare" alla riunione del Consiglio d'amministrazione il martedi prossimo (13 giugno) - probabilmente tre pullman con in complessivo 150 lavoratori - ma organizzare l'appoggio della maestranza di Rüsselsheim.

Naturalmente dava una simile promessa il sindaco di Bochum, Ernst-Otto Stüber, un esponente del partito "socialdemocratico" SPD, che si preoccupa per il luogo di produzione industriale Bochum e vuole darsi premura di ricevere soldi o sgravi fiscali attraverso la promozione comunale e regionale per l'economia (cioè per l'imprese !). Ma non è chiaro qual'imposte o contributi si può ancora esentare l'Adam Opel Spa a Bochum senza di vararli dapprima dopo i tanti anni di sgravi per i padroni. Purtroppo sinserisce anche questo rappresentante della "socialdemocrazia" nel coro di coloro, che fanno gli attachi verbali ed un po' nazionalista contro il "capitalismo di casino" presuntamente diffuso soltanto negli Stati Uniti (ed importato attraverso le cattive multinazionali americani, che siano del tutto diverse delle bravi multinazionali tedeschi o europei).

C'era un gran disordine nel dibattito succesivo. Ma si può indicare alcune tendenze:

I. C'era il più grande applauso per interventi, che riccorrevano all'orgoglio di essere un "Opelista" oppure ricordavano alla responsabilità di fronte a tutte le famiglie e la loro dipendenza dal posto di lavoro all' Opel.

-I) C'erano tante le parole combattive di dirigenti della RSU di Opel Bochum e del Comitato aziendale nazionale adeguate all'atmosfera dell'assemblea. (Per esempio: Non sarebbe sufficiente l'acqua del Reno per spegnere l'incendio nella zona industriale della Renania, se ..." "Non accettiamo nessuna discussione. Opel rimane Opel. No a nuovi contratti, no ad una società holding, no alle società a responsabilità limitata !")

-I) Molto evidente in questo contesto l'orientamento del proprio agire sul "salvare il culo", dunque la salvaguardia del possesso per i dipendenti attuali. (Si trovano fuori di quel pensiero i precari, gli ex-lavoratori Opel ormai disoccupati, i giovani in cerca di un lavoro come metalmeccanico e cosi via.)

-I) Ma c'era univocamente un'atmosfera di solidarietà tra gli stabilimenti 1 e 2 di Opel Bochum, sebbene viene colpito per il momento soprattutto lo stabilimento con il suo produzione di motori.

-I) Gioca un grande ruolo la paura ed argomenti morali. ("Disoccupati non possono comprare macchine.")

-I) Sindacalisti più critici hanno dato lettura delle dichiarazioni di solidarietà in parte internazionali e hanno spinto a solidarietà internazionale da Bochum e la Germania anche con i colleghi della FIAT sia in Polonia sia in Italia o altrove. Era diviso l'applauso a questo punto.

-I) Un intervento notevole d'un delegato, che si ha interrogato: "Che cosa vuol dire Opelisti' ?" e spiegato: "Io sono un operaio e nient'altro !" si è dileguato senza applauso.

Insomma delle somme il bilancio:

Grande perdite nella produzione a Bochum giacché il secondo turno (quello del pomeriggio) agli stabilimenti 1 e 2 completamente non ha lavorato e perdite parziali nella produzione del notturno. Ma si parla quasi niente dalla voce, ci sarebbe uno sciopero domani venerdi il 9 giugno. Tutti sono fissati sulle novità della seduta del Consiglio d'amministrazione il martedi prossimo. Ma dev'essere chiaro anche per la gestione dell'impresa, che hanno detto tante volte i lavoratori nel corso dell'assemblea: "Non ammettiamo ancora di prenderci per il culo !" E: "Questo è il terzo ed ultimo avvertimento !"

Prendiamo tutti in parola e rimarrémo vicino !

Mag Wompel


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